lunedì 28 gennaio 2008

A titolo personale

L'ex presidente della Cei ha evitato, «parlando a titolo personale», di utilizzare la parola «omicidio» per l'aborto, ma ritiene che l'aborto «sopprima un essere umano vivente. Non uso la parola omicidio, ma per essere chiari e non confondere la realtà non si deve nemmeno parlare di interruzione volontaria di gravidanza. Il linguaggio non deve occultare la realtà.

Ragioniamo: l'aborto è la soppressione di un essere umano vivente, ma sua eminenza non usa il termine omicidio, che pure per lui dovrebbe avere esattamente quel significato; in compenso, quasi come premio per averci generosamente risparmiato l'accostamento, noialtri non dovremmo usare l'espressione "interruzione volontaria di gravidanza", che ha esattamente il significato che deve avere.
Il linguaggio non deve occultare la realtà.

Ma a questo punto, se "interruzione volontaria di gravidanza", "omicidio" e "soppressione di un essere umano vivente" non vanno bene, come si esprimerà sua eminenza Ruini?
Forse "atto di vergognosa insubordinazione di una macchina per l'incubazione degli embrioni che ritiene di avere il diritto di decidere per sé stessa se vuole o meno avere un figlio"?
No, Ruini non userebbe mai un termine del genere. Però andrebbe in televisione, suggerirebbe l'accostamento e si dissocierebbe a titolo personale.
sheenafabio

mercoledì 23 gennaio 2008

Porcate


Posso capire che ogni paese abbia i suoi problemi politici, ma se provo a mettermi nei panni di un qualche giornalista straniero incaricato di occuparsi della situazione italiana, rabbrividisco.
É già difficile spiegare chi sia Mastella, figuriamoci far capire alla gente che il governo italiano cade a causa di un ministro di Ceppaloni, Benevento, che ha commesso reati per piccoli interessi personali.
E chissà quali parole potrà trovare per spiegare che si andrà votare presto con un bizzarro sistema elettorale creato da uno come Calderoli, e che lui stesso ha definito "Porcata" o "Porcellum".
L'unica cosa chiara, certa, è che Berlusconi, pur confondendosi, ha portato a termine la promessa campagna acquisti del Milan: niente Zambrotta o Ronaldinho, ma piuttosto, i più fruttuosi Mastella e consorte.
sheenafabio

lunedì 21 gennaio 2008

Scusa ma ti chiamo Mastella


É successo.
Nella giornata in cui la maggior parte dei quotidiani celebra il raccapricciante esordio di Moccia sul grande schermo, Mastella, lascia la maggioranza, lasciando il governo esanime a subire attacchi e sberleffi dalla faccia oltremodo gioiosa di Emilio Fede che annuncia la notizia al Tg4.
Si andrà alle elezioni con la vecchia legge elettorale e niente e nessuno che potrà sbattere fuori dal sistema partiti-clan come l'Udeur.
Bagnasco e Ratzinger otterranno inviti e inaugureranno chissà quanti e quali anni accademici.
Ruini e Ferrara otterranno la modifica della legge 194.
Emilio Fede. Emilio Fede. Emilio Fede.
Moccia scriverà altri libri, dirigerà altri film con Raoul Bova, Scamarcio e qualche teenager a caso.
Certo, in Inghilterra hanno problemi ben peggiori, ma provate a immaginare scenari peggiori per l'Italia, se ci riuscite.
sheenafabio

giovedì 17 gennaio 2008

Desiderio di solidarietà



Prodi è solidale con Mastella. Berlusconi - lui che ne ha passate tante - è solidale con Mastella, magari tenta pure di dargli qualche consiglio, ma ci tiene a sottolineare che la proprietà transitiva non vale. Tutta la destra è solidale con Mastella. Tutta la sinistra è solidale com Mastella, ma, senza contare i risolini sotto i baffi, lo è solo per non sfigurare. Il centro, più che altro per una questione di definizione storica, è solidale sia a destra che a sinistra. Quando si accorge che Mastella non si sa bene da che parte stia, si dimostra semplicemente solidale a Mastella. L’UDEUR, almeno per quanto riguarda i due o tre che non sono indagati, è solidale con Mastella. Gli altri, sono solidali tra di loro, anche perchè, di cognome fanno tutti Mastella. Mastella, Clemente di nome e di fatto, nel frattempo rassegna le dimissioni per dichiararsi solidale verso la moglie, che dal canto suo, riflette sul problema e non ha tempo di dichiarare la propria solidarietà nei confronti di qualcuno.
Si dice che Mastella sia in pericolo di vita per colpa della magistratura, si dice che la moglie di Mastella sia in pericolo di vita per colpa della magistratura, neanche fosse una novella Al Qaeda d’occidente. Lo spirito di solidarietà si ripartisce equamente verso Mastella, la moglie e chiunque non contraddica con parole o eloquenti espressioni del viso il sapiente concetto secondo cui tutta la democrazia sarebbe in pericolo di vita per colpa della magistratura. Il Papa, non ancora solidale con Mastella, si sente minacciato da quelle stesse istituzioni, che si sentono solidali verso di lui e verso il bellissimo discorso che “avrebbe sicuramente tenuto” in quel di Roma. L’Università di Udine è talmente solidale con il Papa che lo invita a tenere una lezione, tanto per far vedere quanto solidale bon ton giri dalle parti del Nord-Est.
La difesa del cattolicesimo, istituzionalizzata da Mastella e dai suoi solidali compagni, minacciata insieme al più vasto concetto di democrazia e in pericolo di vita per colpa della magistratura, che dal canto suo, si sente leggermente intimorita da certe manifestazioni di onanismo politico al solo pronunciarsi della frase “scientifica trappola della magistratura”.
Nonostante nessuno si senta in dovere di esprimere la propria sporca solidarietà verso la magistratura, mi sembra che queste pesanti badilate di solidarietà assomiglino tanto ad un temibile senso di colpevolezza represso, nascosto e sotterrato al pubblico in nome di una carica.

sheenafabio

mercoledì 16 gennaio 2008

Per favore, no.

«Credo che anche questo è l'amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo. Affronto tranquilla anche questa battaglia»
«Io e Clemente portiamo avanti il nostro credo cattolico. Basta vedere quello che è successo al Papa per capire cosa sta succedendo ai cattolici. Ne vogliamo parlare?».


No, guarda, non ne voglio parlare.
sheenafabio

martedì 15 gennaio 2008

Dichiarazione di guerra a Giuliano Ferrara #1

Sembra evidente il motivo per cui Giuliano Ferrara si è fatto portavoce di una moratoria sull'aborto.
Teme per l'incolumità dei tre gemelli che porta in grembo.
No, ovviamente sto scherzando, Ferrara non può figliare, sarebbe il primo caso di balena ermafrodita.
sheenafabio

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mercoledì 9 gennaio 2008

Egemonia

Una delle polemiche più tediose e ripetitive da qui a 60 anni, è che la cultura in Italia sia nelle mani della sinistra più o meno estremista.
Con l'avvicinarsi del Festival di Sanremo - sebbene il legame tra Sanremo e cultura si sia andato inesorabilmente assottigliandosi negli ultimi anni - il "Secolo D'Italia", quotidiano di Alleanza Nazionale, si sente in dovere di sottolineare allarmato come il cast del prossimo festival sia pieno zeppo di cantanti "comunisti", mentre altri artisti "non schierati" sono stati esclusi.
Tra le vittime della tremenda repressione ideologica Povia e Francesco Baccini.
A difendere l'egemonia gramsciana Little Tony che si vocifera si esibirà con una molotov nascosta nel ciuffo ormai decadente pronto a lanciarla sulla prima fila in smoking, il dilibertiano Michele Zarrillo e Anna Tatangelo che tra lo sdegno generale, canterà una canzone pro-gay, alla faccia di Povia, voce del Family Day.
sheenafabio

martedì 8 gennaio 2008

Sillogismo

«Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia»

Lo dice Calderoli, lo scrive, pronta e fedele, La Padania.
Tralasciamo ogni riflessione sulla scottante questione, limitandoci a riportare che il rappresentante leghista attribuisce la responsabilità dell'incredibile emergenza rifiuti di questi giorni, oltre che al dna dei napoletani, ad uno Stato complice e omertoso.

Non mi pare di aver letto da nessuna parte che Calderoli non sia più vicepresidente del Senato.
A tutti gli effetti quindi partecipante di questo Stato non solo come cittadino ma anche come rappresentante politico e istituzionale.
La conclusione di questo sillogismo vien da sè.
sheenafabio