mercoledì 6 febbraio 2008

Il futuro lo vedo nel fondo


A volte mi chiedo dove andremo a finire, ma mi viene poi da rispondermi che probabilmente non andremo a finire tanto lontano da dove siamo ora.
La situazione del paese è tutto fuorchè chiara.
Si, in effetti, ci si potrebbe addormentare mentalmente e risvegliarsi il 14 aprile, tanto per dare un’occhiata al peggio che ci si staglierà davanti.
Con i politici che mi fanno venire la gastrite, e i clericali che mi abbassano il ferro, oltre che la libido, dovrebbero cominciare a pagarmi le spese mediche, invece che discutere di governi e feti che verranno.
Credo mi siano rimasti due neuroni nel cervello: uno non fa altro che ascoltare musica stupidamente pop e sfogliare giornaletti osè, l’altro fa su e giù con le mani tra i capelli annunciando che la fine è imminente.
Non comunicano, non si guardano in faccia, schifandosi l’un l’altro, con la faccia di un settentrionale ricco e industrioso che guarda la monnezza di Napoli.
Entrambi si guardano bene dal produrre qualcosa, forse ripongono un certo interesse da zombie in certe campagne elettorali, nel nuovo singolo degli Alcazar e nel nuovo disco dei Baustelle, che sa tanto di irresistibile karaoke.
Credo che non starebbero bene con uno come Veltroni, che ha tutta l’aria di poter querelare il primo che gli faccia educatamente notare che con quella faccia è tutto fuorchè credibile.
Sarebbe divertente vederli rifiutare le avances di un simile uomo di potere.
Sempre che gli uomini di potere possano avere la faccia di un direttore d’asilo.
Sempre che i direttori d’asilo esistano ancora, inghiottiti e rinchiusi in qualche centro d’igiene mentale tra una riforma scolastica e l’altra.
Sempre che eistano ancora gli asili.
Credo voterebbero Beppe Grillo, se solo si candidasse.
Credo che alla fine di tutto, si tapperebbero il naso, stringererbbero con dolorosa forza la matita istituzionale, verificherebbero con rassegnazione che sì, la punta è ben temperata, e voterebbero il direttore d’asilo, non prima di aver cosparso di disgustosa bile la già di per sè disgustosa cabina elettorale.
Credo che, calcolatrice alla mano, se Berlusconi campasse anch’esso fino ai 97 anni della madre, ci sarebbe ancora il tempo per un secondo ventennio.
Come di solito si dice in questi casi, la prima volta è una tragedia.
La seconda è soltanto una farsa.
La terza potrebbe essere fin troppo reale.
sheenafabio