lunedì 13 agosto 2007

Retromarcia

Quando esplose nel web, più in maniera pilotata che altro, per tutti, media, utenti, casalinghe, politici, orsetti di peluche, Second Life era un qualcosa di rivoluzionario, un dono del cielo, un'oasi virtuale di dubbia libertà reale.
Su Second Life si può fare di tutto, tutto quello che nella vita non si può fare.
Costruire case, disegnare vestiti, girare nudi per strada, parlare con chi si vuole, o sparire nel nulla se qualcuno ti sta sulle palle.
Bellissimo, meraviglioso, Second Life non si tocca, sulla carta.
Perchè poi, testandolo, si scopre che la Second Life non è poi così diversa dalla First Life.
O si paga, soldi virtuali ma presi dalla carta di credito, quella reale, o non si può fare praticamente nulla.
Girare vestiti molto peggio di come ci si vestirebbe in una First Life qualunque, con la sola possibilità di scambiare qualche parola con gente sconosciuta che parla lingue approssimative, qualsiasi esse siano, non è certo la seconda vita che ci si aspetta.
Gli unici luoghi popolati, neanche a dirlo, sono quelli con i mignottoni di turno e il solito sesso a pagamento.

Ora anche la Repubblica, tra le più accanite fans di Second Life, fa retromarcia e ci spara sopra, siamo tutti finalmente liberi di non sentirci out se non possiamo avere una Seconda Vita.
sheenafabio