mercoledì 4 aprile 2007

Idea

Se n'è andato, ovviamente per modo di dire, sua eminenza Ruini, è arrivato Bagnasco, ma le cose non cambiano. Anzi, a guardarle con un occhio quasi pessimista, le cose sembrano addirittura peggiorare.
Perchè, dopo la non felicissima uscita bagnaschiana dell'altro giorno, ci pensa ora Betori, segretario della conferenza episcopale, a rinforzare la non mai troppo forte dose di innocue dichiarazioni che nulla hanno a che fare con l'ingerenza, no.
Stavolta tocca al testamento biologico.
Perchè la Cei, tutta insieme ovviamente, teme che "il testamento biologico possa aprire la strada all'eutanasia". Sono tutti preoccupati che "l'evoluzione del ddl sulla dichiarazione anticipata di trattamento possa aprire a una deriva eutanasica, che già si è verificata in altri paesi" e aggiungono anche al menu "il problema del rapporto medico-paziente e dell'autonomia del medico, minata appunto dalla non distinzione tra pratiche mediche e eutanasiche e cure del paziente".

Tiriamo il fiato, che non si capisce un cazzo, ma dal fiume di parole non ingerenti emerge un aspetto significativo: altri paesi hanno intrapreso una strada in totale libertà, senza condizionamenti. In Italia non si può, si ha da passare al vaglio del Vaticano.
E allora, se proprio non ce ne possiamo liberare, c'è almeno da pensare a qualche contromossa.
Ad ogni loro proposta, ribattiamo con una controproposta.
Tipo, chiunque voglia farsi prete dev'essere castrato per legge.
Così loro continueranno a non farsi i cazzi loro, ma almeno avremo la consolazione di farci i loro.
sheenafabio