venerdì 14 luglio 2006

Israele. Libano. Palestina.

Una potenza militare mondiale strabaciata dalle altre potenze. Un paese che faticosamente prova a risalire e probabilmente non risalirà più. Un paese che non c'è.
Sono i personaggi di una guerra senza storia. O meglio, di un'ondata di odio, di un'ennesima dimostrazione di forza contro popolazioni già disastrate.
Il primo in fondo è uno stato che per difendere la propria sicurezza nazionale (leggi, in questo caso, liberare due soldati) calpesta quotidianamente i diritti e le vite dei suoi disgraziati (leggi: colpiti da disgrazia) vicini. (non ricorda niente?)
Non è bello pensare queste cose.
Ma Israele fa di tutto per spingerci a pensarle.

"La Francia qualifica azione di guerra sproporzionata il blocco (aereo,marittimo,terrestre n.d.r.) al Libano"

"La Russia afferma che non si può "Nè comprendere nè giustificare l'azione israeliana"

"Bush incolpa gli Hezbollah della scalata bellica e sottolinea il diritto di Israele a difendersi" (El mundo, 13/07/2006)..."

Tra colleghi ci si intende.

sheenafabio

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Dopo le elezioni in Plestina e la vittoria di Hamas credo fosse solo una questione di tempo.
Le carte sono state mischiate bene: la guerra preventiva è diventata uno strumento di difesa...
Vediamo come escono da questo G8 e se l'onu conta ancora qualche cosa...

2:10 PM  

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